Fino a 28 mila euro per un raro gettone telefonico: scopri quale

Il gettone telefonico nella sua “essenza” è stato un articolo che, come molti altri nel corso del XX secolo, ha avuto una funzione ben precisa, rilevante e comune, per poi essere “superato” da altre tipologie di tecnologia e da dispositivi che hanno avuto una diffusione differente ma paragonabile a quella dei gettoni in oggetto.

Oggi un gettone telefonico può avere un’importanza particolarmente notevole in ambito collezionistico; in realtà, anche durante il periodo della lira, a partire dagli anni ’90, l’esistenza dei gettoni per telefonare era considerata meno essenziale, con le schede telefoniche, anch’esse però ritenute obsolete con la comparsa dei cellulari. Ma quali gettoni sono i più desiderabili?

L’utilità del gettone

Molti, poiché sono considerati come articoli estremamente da collezione e, di fatto, già d’epoca, dato che la loro produzione è cessata nel 1980, ormai 45 anni fa, sebbene il loro impiego sia stato possibile fino al 2001, quando tutti i telefoni pubblici hanno effettivamente smesso di essere supportati, e quelli esistenti erano ormai destinati unicamente alle schede telefoniche.

I gettoni in Italia sono stati ideati ormai quasi un secolo fa la prima volta: la prima società di tipo semi-statale, a progettarli è stata la Stipel, la prima ad essere creata nei primi anni ’20, seguita poi da altre imprese dalla stessa finalità ma in altre aree del nostro paese. La Stipel ha creato i primi gettoni nel 1927, diffondendoli gradualmente.

I gettoni dal valore più elevato: ecco quali sono

La prima fase della creazione dei gettoni risale quindi agli anni ’20, anche se dal decennio seguente è stata riscontrata una prima espansione piuttosto costante di telefoni a gettone, e di conseguenza di oggetti in grado di poterli adoperare. I gettoni telefonici, soprattutto all’inizio, erano forgiati in varie leghe di metallo, dal bronzo fino all’alpacca, passando per lo zinco.

  • Alcuni esemplari come il gettone TETI degli anni ’30, riconoscibile dall’aspetto argenteo e dalla superficie “zigrinata”, oggi vale tra i 30 ed i 200 euro (se in ottime condizioni)
  • Esemplari della Stipel degli anni ’20 sono molto rari, come quello con la cornetta antica e l’anno fascista, coniato in bronzo, vale tra i 50 ed i 250 euro

La versione sempre dello stesso periodo ma in zinco può raggiungere i 320 euro, anche se più realisticamente un esemplare ben conservato può portare ad un ricavo di circa 100 – 120 euro. Essendo oggetti così datati, praticamente antichi, aspettarsi condizioni perfette è decisamente difficile, eppure non impossibile. Esistono anche altri pezzi interessanti.

Come il gettone SET, della metà degli anni ’30, prodotto presso gli stabilimenti di Napoli, dall’aspetto bronzeo, leggermente dorato e dal loro simbolo a stella. Questi, già molto rari nella loro forma “standard”, valgono tra i 30 ed i 180 euro, mentre se presentano nella sigla S.E.T un punto anche dopo la “T” finale, possono valere fino a 280 euro attualmente.

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