Il ritiro ATM è essenziale, soprattutto in un’epoca come quella odierna dove i soldi fisici non sono più indispensabili. La trasformazione digitale ha generato un mutamento riguardo allo scambio commerciale, ma è altresì vero che vi sono continue innovazioni da non trascurare e considerare. Cosa implica e cosa muta?
Pare proprio che vi siano nuove restrizioni per il prelievo allo sportello automatico, tanto che la maggior parte delle persone dovrà fare i conti con norme di utilizzo e consumo dei dispositivi. Cosa cambia in tema di ritiro e quanti sono i soldi che si potranno prendere? Osserviamo insieme le novità.
Cos’è il ritiro di denaro contante?
Il ritiro di denaro contante tramite un dispositivo ATM è una transazione, al giorno d’oggi consueta. Tramite una tessera personale e un codice di sicurezza è possibile prelevare una somma di denaro, tramite il proprio conto corrente attraverso uno sportello automatico o una sede bancaria/postale. Un’operazione relativamente semplice, al giorno d’oggi agevole da fare
proprio perché l’uso dei contanti è “limitato”, quindi sempre più persone cercano di capire se possono o meno ritirare. Le restrizioni secondo la normativa possono essere diverse e in linea con un controllo attivo di contrasto per il riciclaggio di denaro sporco. A questo punto comprendiamo quali sono le restrizioni legali per il prelievo.
Novità ATM: quanti soldi si possono ritirare?
La legge italiana ha stabilito delle vere e proprie restrizioni in materia di prelievo contante. Tuttavia, entro certe soglie la transazione viene considerata di routine e corretta. In caso contrario potrebbe subire due tipologie di verifica da parte dell’UIF per il controllo antiriciclaggio presso la Banca d’Italia e il controllo tributario da parte dell’Agenzia delle Entrate:
- si effettuano quando la banca attiva i controlli di sicurezza;
- quando vi sono dei movimenti anomali;
- quando i valori superano i limiti permessi.
La banca, o posta, è obbligata a segnalare all’UIF prelievi in contanti che sono superiori a 10.000 euro al mese, con operazioni di 1.000 euro l’una o superiori. Una volta che la transazione viene segnalata, la Guardia di Finanza si attiva per le varie verifiche. L’Agenzia delle Entrate fa avviare l’accertamento tributario,
ma solo per le aziende, escludendo professionisti e privati. Una volta che il controllo tributario è stato ricevuto si procede alla registrazione. I limiti imposti dalla legge sono di 5.000 euro in contanti, o comunque 1.000 euro al giorno con l’ATM (a seconda delle norme vigenti dell’istituto dove si ha il conto corrente). È importante rispettare le regole e non far scattare gli accertamenti.